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Chicopisco - neffa - recensione

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Io sono l'incognita chiusa dentro l'anima e non si può uccidere

Riproponiamo una piccola recensione scritta per anomalieperiferiche.com:

Spesso il rap è, o lo è stato, difficile da comprendere per il grande pubblico… anche perché il modo di scrittura è molto ermetico e personale, vengono usati termini di slang e termini dialettali mixati a termini inglesi o parole utilizzate tra amici, quindi in una stretta cerchia di persone..

Chi ha spinto al massimo tutti questi elementi per creare dei testi criptici, carichi di slang e di termini poco comprensibili è neffa nell’ep “chicopisco” anno 1999.

NEFFA - CHICOPISCO

Nelle 5 tracce contenute si vola su ottime produzioni (neff, fritz) con dei testi che in pochi possono capire in toto al primo ascolto.

E’ l’apice del suo rap ma anche la fine del suo rap, infatti dopo questo cambierà genere diventando il cantante pop/soul de “La mia signorina

È lui stesso a dire tutto nel ritornello de “L’incognita”
“Sentimi
ma non puoi prendermi
credi di conoscermi
e forse finirà così
io sono l'incognita
chiusa dentro l'anima
e non si può uccidere
uno già fottuto in pieno
è solo come Nemo... “

…non servirebbe dire altro per spingere all’ascolto di questa pietra miliare ma parliamone Dopo una partenza funk dei primi due brani(gran finesse, funk-a-un) abbiamo la pausa più soft con un ottimo al castellana nel ritornello(stare al mondo) e si chiude con la doppia versione de “L’Incognita”

Un mare di parole e concetti , con una tecnica e uno stile da paura, racchiusi in così poco… su diverse ambientazioni… dal super funk al soft al malinconico. Per parlare molto di se stesso a volte in modo quasi autocelebrativo ed a volte

CURIOSITA'

Piccola curiosità:
la vocina presente in “funk-a-un” è stata usata anche da Fibra per il suo “rap futuristico”

Piccola curiosità 2:
Neffa arriva a Bologna quando è bambino, ci cresce e gran parte del suo rap è intriso di un serio gioco che coinvolge la lingua italiana fino a rimaneggiarla. Il titolo del suo EP del 1999, Chicopisco, ha proprio a che fare con questo aspetto. Negli anni novanta, per le strade di Bologna, si aggira un fricchettone riconoscibile per un paio di occhiali con lenti tonde a fondo di bottiglia. L’altra particolarità è che questo personaggio si materializza appena in un gruppo si inizia a fumare “una porra”. È un solitario, nessuno sa come si chiama e ha la capacità di mettersi nel punto tattico del cerchio, dove è sicuro che, nel momento giusto, passerà la canna. Neffa lo nota e con un gioco verbale dice a Deda che quel fricchettone ha la capacità di “mettersi Piscopo”. Il significato? Tutto nasce dalla considerazione di Tullio De Piscopo, che per Neffa rappresenta un’idea di stile. Quel fricchettone, in quella specifica situazione sociale, sa muoversi, ci sa fare, con destrezza ottiene sempre quello che vuole: insomma, a suo modo, ha stile, e in fretta diventa il “chico Piscopo”. tratto da rock.it

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